di Gaetano Mauro Potenza e Francesco Trupia
L’apparente microconflittualità nel Nagorno-Karabakh, ridimensionata all’interno della storica contesa territoriale tra Armenia ed Azerbaigian, ha evidenziato negli anni un ben più ampio scenario di primaria e fondamentale importanza per la strategia energetica italiana e le sue connesse relazioni internazionali. Seppur Roma non sia direttamente coinvolta nel conflitto sullo scenario militare, il Nagorno-Karabakh rappresenta per l’Italia un importante dossier per curare i propri interessi energetici e per rafforzare il proprio posizionamento geo economico come hub del gas in Europa. Per raggiungere tale obiettivo strategico risulta di primaria importanza la sicurezza del Corridoio Meridionale del Gas, che trasporta in Europa il gas naturale del giacimento di Shah Deniz II in Azerbaigian. L’opera è considerata una delle più complesse catene del valore mai realizzate, per un investimento complessivo di circa 40 miliardi di dollari composta da tre metanodotti: - il South Caucasus Pipeline (SCPX) - Azerbaijan, Georgia; - il Trans Anatolian Pipeline (TANAP) – Turchia; - Trans Adriatic Pipeline (TAP) – Grecia, Albania, Italia, il metanodotto che approda in Puglia per poi connettersi alla rete di trasporto del gas.
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Gaetano Mauro Potenza
Analista e Security Manager presso Italgas S.p.A.
Francesco Trupia
Postdoc - Università Nicolo Copernico Polonia