WOMEN IN SECURITY – 2ND EDITION

16/12/2020|IN NEWS

“WHY WALK WHEN YOU CAN FLY”

 

Il giorno 15 dicembre 2020 si è tenuto il Webinar organizzato da AIPSA per promuovere la Community Women in Security e presentare, con l’occasione, la Community Women for Security a fronte della partnership sottoscritta recentemente con Clusit.

La Community Women in Security di AIPSA è nata ormai da due anni con l’intento di promuovere i principi di Diversità ed Inclusione nell’ambito del settore della Security Aziendale Privata. In questi due anni l’associazione, forte del proprio slogan “Why walk when you can fly” (i.e. Perché camminare quando puoi volare) ha promosso la presenza delle donne nel settore che è passata dal 4 al 13% grazie alla perseveranza, alla preparazione, alla sensibilità e professionalità delle associate, mentre cresceva altresì la presenza femminile nel gruppo “next generation – under 30” fino a superare quella della controparte maschile.

La Community Women for Security di Clusit, invece, è stata fondata quest’anno; mira a colmare il gender gap del settore della cyber security. Inoltre, promuove iniziative di diffusione della cultura della cyber security anche verso le fasce più giovani della popolazione trattando temi relativi al cyber bullismo e organizzando sessioni di formazione ed orientamento atte ad incoraggiare le giovani donne ad abbracciare le discipline STEM e le nuove professionalità che evolvono con l’evoluzione tecnologica e digitale.

l webinar è stato moderato da Alessandra Viero (Giornalista e Conduttrice di Mediaset) che ha intervistato (in ordine di sequenza)

  • Emilia Rio (Direttore Risorse Umane & Organizzazione – Terna)
  • Enrica Mambelli (CFO – Altea)
  • Maria Luisa Pellizzari (neo Vice Capo Vicario - Polizia di Stato)
  • Cinzia Ercolano (Fondatrice Women for Security, Clusit)
  • Serena Olivia (Business Continuity Specialist – Kering Group)
  • Costanza De Agostini (Security Specialist in Competitive Intelligence – A2A)

Sono state due ore di dibattito costruttivo che ha esorcizzato certi noti stereotipi e certi abusati storytelling di maniera enfatizzando l’importanza della passione e dell’entusiasmo in questa battaglia comune. Il messaggio collettivo ha offerto in proposito esempi e modelli da cui prendere spunto per intraprendere un percorso professionale nell’ambito della Security Aziendale Privata e nella Cyber Security, considerando il fatto che entrambi i settori sono destinati sempre più a ricoprire un ruolo importante a fronte del contingente processo di digitalizzazione e innovazione in atto, scaturito dalla pandemia.

Le nostre professioniste hanno offerto un’interessante testimonianza delle proprie esperienze professionali e delle sfide che si sono trovate ad affrontare nel corso della propria carriera. Tutte le intervistate hanno sottolineato come ci siano in atto segnali tangibili di cambiamento tendenti a colmare il gap di genere, avvalorati anche dalle recenti nomine in posizione strategiche e di prestigio di riconosciute professioniste (il conferimento di due premi Nobel per la Chimica a rappresentanti del nostro sesso; la nomina di Kamala Harris a Vicepresidente degli Stati Uniti, l’elezione a Vice Capo Vicario della Polizia di Stato di una delle nostre intervistate, l’elezione, per la prima volta nella storia, di un Rettore donna alla  Sapienza di Roma). Il cammino, tuttavia, è ancora lungo e non facile. Basti considerare che il World Economic Forum, nel suo Global Gender Gap Report 2020, stila una classifica del divario di genere in 153 paesi (il nostro Paese, purtroppo, vi occupa il 76°posto) evidenziando che, ad oggi, questo divario non è stato chiuso in nessuno Stato al mondo. Anzi sempre secondo il World Economic Forum cento anni è il lasso di tempo che servirebbe per colmare definitivamente il divario di genere.

In questi ultimi mesi sono stati numerosi nel nostro Paese i dibattiti e le iniziative per diffondere i valori di Diversità ed Inclusione. La cultura, la formazione anche in ambiti STEM e la sensibilizzazione delle problematiche di conciliazione tra la dimensione lavorativa e quella famigliare - che tanto penalizza le lavoratrici -sono i terreni su cui lavorare per stringere la distanza di genere.

Sappiamo che gli strascichi di una cultura patriarcale si ritrovano all’interno degli ambiti più disparati, da quelli accademici a quelli lavorativi, come hanno testimoniato le nostre autorevoli voci che hanno animato il dibattito. Pertanto, diventa quanto mai necessario garantire ambienti istituzionali e lavorativi che riconoscano l’impegno, la professionalità, la preparazione e la sensibilità delle donne in tutti gli ambiti. Dal canto loro le donne devono superare la propria “confort zone”, credere maggiormente nelle proprie capacità e, sfruttando in toto le proprie potenzialità, conseguire con dedizione e tenacia le conoscenze necessarie per ricoprire i ruoli cui ambiscono senza trascurare attività di network e di supporto alle altre donne (seppellendo per sempre il ricordo di approcci del tipo “Eva contro Eva”, nocivi quanto paradossali). È dovere di una donna strutturata, come quella che l’odierno dibattito ha auspicato, far leva sui propri soft skill perché siano garantiti ambienti lavorativi più equi, armonici e razionali.

Nel corso del webinar si è più volte ribadito che è possibile risolvere il divario di genere solo se si agisce su più livelli. Bisogna sciogliere il nodo del bilanciamento tra lavoro e vita privata (che oggi va a svantaggio delle donne, inducendole a optare per il part time o lasciare il lavoro più spesso rispetto agli uomini) e distruggere il cosiddetto “soffitto di cristallo” che preclude alle donne di ricoprire posizioni apicali (abbiamo ricordato nel dibattito come ciò sia stato possibile a donne capaci e determinate). Dunque, occorre tessere anche un lavoro culturale, in famiglia come in azienda. Alcuni Paesi (soprattutto quelli dell’Europa del Nord) hanno deciso di prendere di petto la questione della disuguaglianza varando leggi ad hoc ed introducendo formule vantaggiose di welfare al femminile. Pertanto, le aziende, la società e la politica dovranno coinvolgere anche nel nostro Paese, in modo omogeneo, la forza lavoro, sfruttando appieno le competenze di ciascuno, soprattutto nella logica della valorizzazione della meritocrazia personale, del rispetto, della sua unicità a prescindere dalla diversità di cui ogni individuo è portatore, dato che ciò è un fattore di competitività. Si tratta di uno sforzo che, conviene a tutti. Donne e uomini.

Le Community Women in Security e Women for Security nel convegno del 15 dicembre 2020 si sono impegnate a mettere in esso tutte le proprie forze.

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant